Da qualche giorno a Milano, presso l’Atelier Gluck Arte , è di scena Barbe d’Italia. Non una commedia teatrale né un comizio di nuovi movimenti fashionisti, ma una retrospettiva sulla storia del Risorgimento italiano visto attraverso la barba e i suoi protagonisti, nelle varie declinazioni (quindi in basette, baffi e pizzi).

Dagl’ “ispidi” Giuseppe Verdi, Giuseppe Garibaldi, Vittorio Emanuele II, Camillo Benso di Cavour fino ai precisi Giuseppe Mazzini e Massimo D’Azeglio la mostra racconta con immagini, litografie, stampe, strumenti, documenti e passaporti, album di figurine e ancora libri, monete e francobolli la storia e la vita di quei personaggi. Una maniera originale per dimostrare anche come la barba per l’uomo dell’Ottocento non fosse tanto un semplice vezzo estetico, ma un simbolo per esprimere uno status o una volontà di ribellione. Prevista fino al 25 novembre, la mostra è gratuita.