Morbido, caldo e dai colori brillanti, il velluto a coste fa parte dei tessuti invernali più amati e di tendenza, soprattutto quest’anno. Accantonate per un momento l’immagine anni Settanta che ve ne siete fatti nella mente: il velluto a coste è sì un tessuto dalla storia antica, ma per niente vecchio.

Tutto ha inizio a Al-Fustat, un importante centro della produzione di tessuti nel II secolo a.c., affacciato sul fiume Nilo, in Egitto. Qui nasce il Fustagno (dal nome della città), il precursore del velluto a coste: un tessuto pesante e resistente, ma incredibilmente comodo, realizzato con cotone mescolato a lana o lino.

Nel Medioevo il fustagno viene importato in Europa dai mercanti italiani e si diffonde rapidamente nelle corti europee. Le eccezionali caratteristiche di questo tessile conquistano il Regno Unito che, dalla metà del XVI secolo, inizia a produrlo per uniformi militari, per la caccia e lo sport all’aria aperta.

È nel Settecento che dal fustagno nasce il velluto a coste. Secondo la famosa azienda di abbigliamento britannico Brooks Brothers, viene inventato a Manchester. E nello stesso secolo, nel 1774, appare per la prima volta il termine “courduroy” sulla Maryland Gazette, dove si citava del tessuto importato dal Regno Unito. L’etimologia del nome deriverebbe infatti dal francese “cord du Roy” cioè tessuto del re (le livree dei servitori in Francia erano in questo tessuto).

La fortuna del velluto a coste, come quella del fustagno, continuano nell’Ottocento, epoca in cui viene apprezzato in modo parallelo da tutte le classi sociali. A inizio Novecento, con il velluto a coste si realizzava  abbigliamento per bambini e divise scolastiche, ma anche militari.

Nel corso del secolo, la sua popolarità subisce un andamento altalenante, viene dimenticato e poi riscoperto. Sicuramente tra i decenni d’oro ci sono gli anni ’60 e ’70, quando diventa il tessuto preferito in ambito universitario. Da ricordare anche quando Versace, ad inizio anni Ottanta, disegnò un’intera linea di abiti maschili tutta in velluto a coste.

E oggi? Non c’è stilista che in questi ultimi anni ne abbia esalato le caratteristiche di brillantezza e fluidità sotto forma di giacca, abito o pantalone.

Foto © Collezione AI 20/21 Brunello Cuccinelli

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