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Andrea Pirlo è il giocatore simbolo della nazionale di calcio italiana: ce lo invidiano tutti, in quanto calciatore dotato di classe sopraffina ed intelligenza “extrasensoriale”. Nella sua carriera lunga di vittorie, il fuoriclasse di Brescia, emblema dell’eleganza palla al piede, è riuscito anche a diventare l’icona di una moda ormai nel pieno della maturazione, quella della barba incolta, trasformandosi in sex-symbol.

Se negli ultimi decenni il must per l’uomo in giacca e cravatta era la fresca rasatura del mattino, oggi la barba viene ormai accettata universalmente anche negli eventi che contano.  Anzi, se gestita nella maniera giusta, può dare il giusto tocco di eleganza.

Per Andrea Pirlo inizia oggi il campionato e poco conta se sul campo la sua barba è curata o meno. Realtà diversa per chi la mattina si presenta in ufficio: iniziate con un consulto presso il vostro barbiere, che vi definirà la barba in base alla forma del vostro viso. Il fai da te, in questo senso, è sconsigliato. Azzeccare la forma da dare alla barba da soli davanti allo specchio è pressoché impossibile.

Quello che però bisogna fare obbligatoriamente, per non oltrepassare la linea tra “elegante” e “trasandato”, è il ritoccare la barba ogni tre giorni, il che significa regolare baffi e basette, accorciare i peli sul mento, definire i contorni della barba sui lati del collo. Gli strumenti del mestiere sono il regola-barba elettrico, forbici da barbiere e, se volete tenerla più lunga di 4mm una cera specifica per stabilizzarne la direzione.

Nella foto d’apertura Andrea Pirlo alla presentazione del suo libro ‘Penso quindi gioco’

 

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